Le viti autofilettanti vengono utilizzate per collegare tra loro in modo rapido, semplice e stabile sottili lamiere plastiche, metalliche, leghe leggere, legno e altri materiali duttili.
La filettatura di queste viti viene realizzata seguendo una particolare geometria, per garantire una discreta resistenza allo strappo e, ancorarsi in modo perfetto ai supporti sui quali vengono fissate.

Struttura e caratteristiche delle viti autofilettanti

Le viti autofilettanti possono avere diverse conformazioni della testa, del corpo e della punta, per poter soddisfare al meglio differenti tipologie di fissaggio.

La tipologia di conformazioni della testa per le viti autofilettanti sono molteplici e differenti tra loro.
Queste sono reperibili nel mercato con diverse tipologie di testa, le più diffuse sono:

  • testa esagonale
  • testa esagonale con bordino
  • testa cilindrica
  • testa svasata
  • testa svasata piana
  • testa svasata con calotta
  • testa mezza tonda
  • testa mezza tonda con finta rondella

In base alla finalità di utilizzo è bene tenere in considerazione anche la tipologia di innesti da voler adottare, tra le scelte possibili possiamo trovare:

  • a cava esagonale chiamata anche “impronta a brugola”
  • impronta a croce
  • impronta torx
  • impronta 6 lobi
  • taglio a cacciavite

Il corpo generalmente si riconosce per la struttura conica, e la punta affilata, ideale per incidere materiali “morbidi”, e bordi taglienti.
Per applicazioni particolari è possibile reperire nel mercato questa tipologia di prodotto anche con la punta piana.

Le viti autofilettanti, data la vasta gamma settori in cui vengono utilizzate e le diverse tipologie di particolari da dover fissare sono disponibili in differenti tipologie di materiale, tra i più diffusi ci sono: l’acciaio e l’acciaio inox.

Tra gli articoli che trattiamo potrai trovare:

Rispetto all’utilizzo e applicazione di questi articoli, mantenere il fissaggio dei particolari anche in caso di vibrazioni, è una buona regola praticare sempre un preforo.
Questo dovrà essere leggermente più piccolo del diametro della vite per consentire al particolare di fissare al meglio i supporti, in questo modo la vite non avrà la possibilità di “gioco”.

Erroneamente in molti casi le viti autofilettanti vengono confuse con le viti autoperforanti.
Queste ultime infatti si riconoscono dalla conformazione della punta, simile a quella di un trapano, con capacità di foratura senza dover praticare il preforo. 

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