Con il termine “filettature” si indicano sistemi di collegamento che consentono di assemblare diversi elementi tra loro.
Una filettatura è costituita da un filetto che si avvolge ad elica su una superficie esterna conica o cilindrica della vite o sulla superficie interna di un elemento analogo, quindi la madrevite.
Questi due elementi, vite e madrevite, possono essere descritti come accoppiamento mobile perché possono essere smontate e rimontate senza deteriorare le parti.
Esistono diversi tipi di filettature che è importante conoscere e distinguere per scegliere il giusto prodotto di bulloneria ed applicarlo nel modo corretto.
Per una buona conoscenza delle diverse possibilità di accoppiamento tra vite e madrevite, il punto di partenza è la conoscenza dei tipi di filettature e la loro designazione.
Ogni filettatura si distingue attraverso i differenti elementi che la caratterizzano. Nel dettaglio, si tratta di:
Lunghezza, misurata in relazione all’asse della vite o madrevite;
Diametro nominale della filettatura, in riferimento ai caratteristici diametri delle filettature come il diametro esterno (De), il diametro del nocciolo (Dn) e il diametro medio (Dm) ottenuto dalla somma tra i primi due;
Altezza, ottenuta calcolando la differenza tra De e Dn;
Passo della filettatura, fattore che si misura con lo strumento chiamato contafiletti;
Verso dell’elica, se l’avvitamento avviene in senso orario o antiorario e quindi se si tratta di una filettatura destrosa o di una filettatura sinistrosa;
Angolo dell’elica, che descrive la forma geometrica della filettatura;
Cresta o Vertice, la superficie superiore che unisce i due fianchi;
Fondo o Radice, la superficie inferiore che unisce i due fianchi;
Fianchi, la superficie laterale che si trova cresta e fondo.
Di seguito si riporta un’immagine esplicativa delle caratteristiche appena elencate.
In base alle caratteristiche sopracitate, le forme standard e più diffuse di filetto si possono distinguere in due macro tipologie:
La filettatura triangolare è solitamente usata come collegamento. L’angolo tra i filetti è pari a 60° mentre la cresta può essere piana o arrotondata.
Tra i sistemi di filettatura triangolare più utilizzati c’è la filettatura metrica ISO, ovvero la classica vite identificata da una M con un profilo ideale equivalente un triangolo equilatero e la filettatura Gas, un accoppiamento che garantisce la tenuta nel passaggio di fluidi ed è infatti utilizzata nelle condutture di gas.
Per quanto concerne le filettature non triangolari invece, le forme più comuni sono:
A differenza della filettatura triangolare, questi due sistemi non sono utilizzati principalmente come collegamento ma per la trasmissione di potenza.
Ad esempio, le filettature trapezie possono essere sottoposte a numerose modifiche senza rinunciare all’efficienza dell’elemento.
L’angolo tra i filetti può passare dai 10° ai 15° riducendo così lo spazio tra i denti.
Le differenti tipologie di filettature, si distinguono oltre che per le loro specifiche anche dalla loro designazione.
Il modo in cui una filettatura è indicata e, quindi la sua designazione, si distingue mediante alcuni elementi:
Ad esempio, la designazione “M 16 x 1,5 sin” indica: filettatura metrica ISO a profilo triangolare, diametro nominale 16 mm, elica sinistra e passo fine.
Ma, nel dettaglio, cosa si intende per passo fine e passo grosso? Quale differenza c’è tra queste due nomenclature?
Tra i valori indicato nella designazione, ci sono proprio i passi della filettatura.
In sostanza, il passo del filetto è la distanza che intercorre tra due filetti consecutivi della stessa elica, quindi tra le scalanature della vite, e si ritrova nella filettatura metrica ISO.
La filettatura metrica ISO è la filettatura standard riconosciuta dall’Organizzazione internazionale per la normazione e si presenta con un profilo triangolare ed un angolo, di profilo, di 60°.
Il filetto delle viti prodotti secondo tale metrica, sono identificate con una M. Questa lettera può essere seguita da un valore, espresso in mm, quando la filettatura è a passo fine.
Infatti, esistono due tipologie di passi: grosso e fine.
La filettatura a passo grosso è quella con diametro standard nominale che assicura la tenuta contro lo svitamento. A tale serie corrisponde un solo valore di passo e l’aggettivo “grosso” indica che tale passo è quello con il valore maggiore per quel diametro.
La filettatura a passo fine è utilizzata per impieghi particolari come, ad esempio, in casi in cui è richiesta una maggiore capacità antisvitamento, o una maggiore capacità di tenuta ai fluidi o ancora, quando si necessita di una regolazione all’avvitamento molto preciso. Le filettature a passo fine si possono trovare in diverse misure per il medesimo diametro.
Di seguito una tabella riassuntiva dei diametri e relativi passi della filettatura.
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